Intorno alla metà del XII secolo, si verificò un cambiamento decisivo nella concezione e nell'uso dei libri. Tutti i libri nel Medioevo erano manoscritti che avevano un significato "contemplativo". Fu questo profondo significato del libro come oggetto, che andò perduto in favore di un modo completamente diverso di intendere lo stesso oggetto, ad anticipare in modo spettacolare molti aspetti della rivoluzione della stampa. Prima dell'epoca di Ugo, le pagine erano fatte di pergamena anziché di carta, decorate con una grafia elaborata e accompagnate da illustrazioni ed elementi decorativi. Un libro era essenzialmente una trascrizione delle parole di un autore, incise da uno scriba. Queste parole erano inseparabili dal testo che intendevano commentare e il libro era visto come uditivo piuttosto che visivo. I custodi di questo paradigma erano i monaci che, nei confini dei loro scriptoria monastici, trascrivevano, leggevano e copiavano diligentemente i testi sacri e ...
La FILOSOFIA che domanda, inquieta, assapora il vivere