sabato 1 marzo 2025

Trump e il vitello d'oro


Si è discusso molto sul video diffuso dal presidente degli Stati Uniti, Trump che, ricorrendo all’intelligenza artificiale, ha disegnato la futura Gaza risorta nell’Eldorado.

Si tratta di una vera provocazione; un colpo di frusta su un corpo pieno di vive ferite; un implicito disprezzo per la sofferenza altrui; un impasto di megalomania e stupidità umana.

Ho seguito molti dibattiti televisivi e ho ascoltato alcuni commentatori che sorprendentemente applaudivano l’iniziativa del forsennato americano. Lo giustificavano dicendo che nessuno ha fatto niente per Gaza e la pace prima di lui mentre questa iniziativa dovrebbe scuotere gli animi.

Mi sembra assurda la giustificazione! 

Sarebbe come far vedere un pollo arrosto ad una persona che muore di fame e poi dirgli che per ora si tratta di un pollo finto, in futuro sarà a tua disposizione.

Oscena è questa ostentazione di ricchezza e di felicità in un luogo che è tutt’oggi la tomba di migliaia di uomini e di tantissimi bambini.

Oscena è la visione neo-coloniale del popolo palestinese considerato come schiavo dell’impero caratterizzato da forza e denaro.

Oscena è questa blasfema rappresentazione della statua di Trump in oro che si impone nelle strade delle nuova Gaza, come un nuovo Vitello d’oro da adorare e servire.

Oscena è l’idolatria del denaro (sparso a gran mani da Murk su dei poveracci senza dignità), del potere (plasticamente incarnata in Trump e Netanyahu che prendono un cocktail a bordo piscina) e del successo mostrato come una ossessione paranoica e distruttiva.

Nessun rispetto umano, nessun riguardo per le migliaia di morti, nessuna considerazione per la sofferenza umana, per le macerie, per il dolore di un popolo. Nessun credito alla dignità umana, alla giustizia e alla solidarietà ma una oscena ostentazione di narcisismo, potere e denaro.

Più che uno sogno futuribile appare un incubo della peggior specie, di quelli che compaiono come postumi di una brutta ubriacatura.

L’aggettivo “osceno” qualifica la demenza che sale sul palco teatrale per una rappresentazione in mondovisione. Osanna del disgusto in 41 secondi.

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