mercoledì 11 settembre 2024

Rimandare ... un atteggiamento negativo


 
Sappiamo che la procrastinazione è uno dei nostri peggiori nemici. La procrastinazione denota scarso autocontrollo e scarsa regolazione dell'umore. Questo fenomeno è molto più complesso di quanto si pensi.

La procrastinazione è un comune problema di autoregolamentazione che comporta il ritardo non necessario e volontario nell'inizio o nel completamento di importanti compiti previsti nonostante il riconoscimento che questo ritardo possa avere conseguenze negative.

In questa definizione ci sono tre elementi preoccupanti: incapacità di autoregolarsi, volontarietà di ritardare, riconoscimento delle possibili conseguenze negative.

Ok, ma perché accade?

Si tende a procrastinare per evitare i sentimenti negativi associati a un compito, ma a danno di un buon esito futuro. Ad esempio, ho rimandato l’esame di fisica perché la odiavo. Intanto, ritardo il completamento degli studi con tutte le possibili ricadute negative.

Procrastinazione è più che evitare un compito sgradevole e l'umore gioca un ruolo cruciale nella sua causa.

Quando ci troviamo di fronte a un compito che ci sembra stressante o spiacevole (e sappiamo che non riceveremo qualcosa di positivo in breve tempo), la nostra risposta è quella di proteggere il nostro umore rimandandolo.

Questa azione crea un sollievo a breve termine. Ma porta anche a stress e sensi di colpa a lungo termine. Quindi questo riavvia il ciclo ancora una volta. Quando rimandiamo volontariamente un compito, spesso cerchiamo di evitare sentimenti negativi come noia, fallimento, ansia o persino paura.

Questo "lo farò dopo" può diventare un'abitudine, portando a una procrastinazione cronica che potrebbe essere pericolosa per la nostra salute mentale.

Come combattere la procrastinazione?

Non è così semplice come molti credono. Il problema non riguarda la pigrizia o la gestione del tempo, ma l'autocontrollo e la regolazione dell'umore.

Un modo per cercare di eliminare (o almeno ridurre) questa cattiva abitudine è capire quando e perché procrastiniamo. Fermarsi, prendine nota e cercare una spiegazione perché succede. Quindi puoi individuare e progettare abitudini o strategie per limitarlo.

La consapevolezza è sicuramente il primo passo verso la risoluzione del problema. Riconosci quando stai procrastinando e identifica i sentimenti che lo scatenano. Ad esempio, mi sentivo super demotivato quando studiavo fisica perché non vedevo la sua utilità. Prenditi qualche minuto per pensare alle emozioni che provi quando procrastini. Dopodiché, puoi iniziare a suddividere i compiti in azioni più piccole e accessibili (ad esempio studiare fisica concedendosi delle pause). Rendi i tuoi sentimenti ostacolanti meno intimidatori o trova un modo per dare al contesto un aspetto più piacevole. Un modo può essere quello riconoscere la difficoltà del compito, invece di incolparti.

Sii gentile con te stesso, accetta che probabilmente procrastinerai ancora. Siamo umani. Non c'è bisogno di “vedere” la procrastinazione come la peste. Puoi elaborare strategie per affrontarla quando succede, proprio come promemoria. Non puoi pensare di evitarla al 100%, ma certamente puoi ridurla.

 

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