Passa ai contenuti principali

Equilibrio tra lavoro e vita privata


 
Nella tua vita idealmente equilibrata, quante ore lavorerai esattamente? Cosa mangerai? Quale routine di esercizi seguirai? Quanto spesso? Come dividerai il tuo tempo tra amici e famiglia? E quando ti ricaricherai?

Se non riesci a rispondere a nessuna di queste domande a mente, non preoccuparti. Nessuno può. Sono una trappola, ma evidenziano il primo problema con il nostro desiderio di equilibrio tra lavoro e vita privata: non definiamo mai il successo. Per la maggior parte di noi, l'equilibrio è uno stato nebuloso nel futuro in cui, in qualche modo, gestiamo le nostre vite perfettamente e c'è abbastanza tempo per tutto.

Ma perché non chiariamo questa visione? È perché, in fondo, sappiamo che qualsiasi "programma perfetto" decidessimo, crollerebbe immediatamente di fronte alla realtà. La vita è fondamentalmente caotica. Anche i nostri migliori piani possono essere ostacolati dalla più piccola interruzione, da un capo geloso a un bambino che piange a una pioggia battente. Questo ci porta a un secondo problema: consideriamo l'equilibrio tra lavoro e vita privata come un premio da raggiungere che potremo poi possedere per sempre. Crediamo che le nostre vite saranno "finite" una volta che finalmente "avremo" un equilibrio tra lavoro e vita privata. Ma in un mondo in cui il cambiamento è l'unica costante, c'è ben poco che possiamo possedere a lungo, per non parlare di congelare nel tempo uno stato di cose indefinito e comunque irrealizzabile.

Alla fine, il nostro sogno di equilibrio tra lavoro e vita privata non è altro che una comoda distrazione. Una visione confusa che lasciamo deliberatamente non specificata per evitare l'inevitabile verità: la versione di equilibrio che desideriamo ardentemente non esiste.

Quindi, di cosa si tratta veramente?

Il matematico Carl Jacobi era solito "invertire, invertire sempre" per risolvere i suoi problemi. Seguendo la sua logica, fingiamo di aver raggiunto un equilibrio immacolato tra lavoro e vita privata. Saremmo padri, figlie e amici infallibili? Ovviamente no.

Anche se dessimo il massimo in ogni ambito della vita in proporzioni perfette, ogni tanto saremmo comunque carenti, ma almeno ci prenderemmo cura di tutto. È una bella frase, non è vero? "Cura di tutto". Sembra così confortante. Credo che sia questo il punto: rassicurazione.

"Dimmi che andrà tutto bene". Questo è ciò che chiediamo veramente alla vita quando pretendiamo un equilibrio infallibile tra lavoro e vita privata … non semplicemente più soldi o più tempo. Vogliamo la certezza, una mappa. Sapere come andrà a finire il libro. Vogliamo un elenco di tutto ciò che ci aspetta, ora e per sempre, con date e orari esatti e un piano per gestire tutto. Evidentemente ciò impossibile, e lo sappiamo, ma ammettere questa verità è terrificante.

Non appena ammettiamo che tutto può accadere e che niente è garantito, la nostra ultima speranza di pace interiore va a farsi benedire. Chi può allora rassicurarci? Come potremo mai pensare che le cose siano sistemate?

Tornando alla materia preferita di Jacobi, la matematica, se l'asteroide grande quanto una città che ha ucciso i dinosauri avesse volato 0,035 metri al secondo più lentamente, sarebbe passato proprio accanto al nostro pianeta. È meno del 3% della tua velocità di camminata. Pochi centimetri e evviva i dinosauri, niente umani.

Nel frattempo, 66 milioni di anni e altrettanti eventi improbabili dopo, eccoci qui. Ognuno di noi è nato contro una probabilità di 400 trilioni a uno, eppure ogni giorno 3.300 persone muoiono in incidenti stradali. Ogni settimana si verificano oltre 100 disastri naturali e ogni anno qualche politico pazzo potrebbe mandarci nella terza guerra mondiale. L'incertezza è insita nella vita come il nostro DNA lo è nei nostri corpi.

Siamo ben lontani dall'essere i primi a dover convivere con questa verità.

"In un mondo simile siamo entrati e sotto tali leggi viviamo", scrisse Seneca 2000 anni fa. E sebbene la casualità della vita possa manifestarsi in statistiche che amiamo analizzare, proprio come una roccia fredda che si avvicina alla Terra ad alta velocità, a nessuno di quei numeri importa se vivi o muori, per non parlare dei tuoi piani.

 

Commenti

Post popolari in questo blog

Nuovi stili di arte?

Opera di Silvia Senna L’arte, davvero, è una delle poche cose che restano agli esseri umani. Abbiamo bisogno che l'arte ci racconti storie, che ci salvi dal nostro destino condiviso, dalla nostra paura della morte e dalla paura gli uni degli altri. Abbiamo bisogno che gli artisti ci mostrino che non siamo sempre soli.  Non si può piangere sulle spalle di un robot, ma ci si può alzare dal letto, finalmente, grazie a una canzone, una poesia, una scultura, un quadro. Ciò l'arte porta dal regno dello spirito a quello dei corpi nella scia delle emozioni è semplicemente l'impossibile per un robot. Abbiamo bisogno che i nostri film, i nostri dipinti, le nostre poesie e la nostra musica siano realizzati dall’uomo, perché siamo umani. Ma come in ogni conversazione che coinvolga arte o tecnologia, spesso possiamo perderci nella verbosità. Nel 21° secolo stiamo certamente vedendo le conseguenze delle connessioni interrotte. I social media, una forma un tempo innocente di condivider...

Lo sguardo nel tempo della filosofia

Questo non è un manuale, né una cronologia della filosofia.   È un invito. Un invito a pensare senza rete, a incontrare gli autori nel disordine vivo delle idee senza la mappa sicura della storia a guidare il cammino. I saggi che seguono non sono disposti in ordine cronologico: volutamente.  Non si parte dall’antichità per arrivare ai giorni nostri.   Qui si entra in un dialogo che salta nel tempo, che lega in modo inatteso voci lontane, che accosta domande di oggi a risposte di ieri e viceversa. Questo perché la filosofia quando è autentica, non invecchia e non si lascia classificare. Non è una sequenza, ma un’intuizione che torna, un’urgenza che si ripete, una scintilla che si riaccende anche dopo secoli; è lo sguardo che si muove liberamente attraverso il tempo senza esserne prigioniero. Qui la filosofia è un incontro e un urto; è ascolto e spiazzamento. È un tempo che non si misura, ma si abita. Ogni autore trattato è un ritaglio di questo sguardo nel tempo: uno sguar...

Michel Foucault, il filosofo più cercato sulla rete

Secondo una recente analisi, Michel Foucault ha 1,42 milioni di citazioni su Google Scholar, circa il 75% in più di qualsiasi altro autore nella storia. Questo significa che, a oggi, solo la Bibbia ha avuto un impatto maggiore di Foucault nel plasmare la società e la cultura occidentale. Oppure, se consideriamo la cosa a livello individuale, si può a ragione affermare che Michel Foucault sia la persona più influente nella storia della civiltà moderna. Ma perché? Beh, diciamo solo che non è dovuto al fatto che fosse di facile lettura. Le sue idee possono spesso essere eccessivamente astratte e un po' dense. E soprattutto, non è stato lo scrittore più prolifico. Ad esempio, Noam Chomsky, che è praticamente una divinità nel campo della linguistica, ha scritto o contribuito a oltre 1.100 opere pubblicate, mentre i contributi di Foucault ammontano a poco più di 400. E a conti fatti, questo è praticamente meno della metà del totale di Chompsky. Ma l'ironia è che il numero di ...