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Eco-ansia: un prodotto della tecnologia?


Le inondazioni, gli incendi, le tempeste, le ondate di calore e altri eventi meteorologici legati al clima di oggi possono mettere a dura prova le persone fisicamente. Ad esempio, il caldo estremo è associato a tassi più elevati di aggressività, abuso di sostanze e suicidio. L'inquinamento atmosferico causato dagli incendi è collegato a disturbi cognitivi e di memoria, demenza accelerata e tassi più elevati di ictus. Ma ora, il cambiamento climatico sta mettendo a dura prova anche le persone mentalmente. Molte persone, in particolare adolescenti e giovani adulti, trovano difficile farcela.

Per molto tempo siamo stati in grado di tenerci a distanza, ascoltando i dati e non venendone toccati emotivamente. Non è più solo un'astrazione scientifica. Ci sono sempre più persone disperate e persino in preda al panico.

Questa angoscia ha dato origine a un nuovo termine: eco-ansia. Chiamata anche ansia ambientale, l'eco-ansia descrive i sintomi del disturbo d'ansia generalizzato, del disturbo depressivo maggiore e di altre condizioni di salute mentale correlate a un ambiente in deterioramento.

Nelle sue forme più lievi, l'eco-ansia potrebbe manifestarsi come delusione e frustrazione. Nei casi più gravi, le paure climatiche possono sopraffare le persone al punto da causare insonnia implacabile, difficoltà a mantenere le normali attività quotidiane e comportamenti autodistruttivi come abuso di sostanze o autolesionismo.

Qualunque sia il livello effettivo di prevalenza dell'eco-ansia, la tendenza è evidente online. Secondo i dati di Google, lo scorso anno le ricerche online in tutto il mondo relative all'"ansia climatica" hanno raggiunto un livello record, con un aumento del 4.590% negli ultimi 15 anni.

 

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