martedì 31 dicembre 2024

Fiducia e saggezza nelle proprie forze


 

Un giorno, durante un colloquio in un'azienda, il capo, di nome Rocco, chiese alla donna seduta di fronte, Tiziana, "Quanto ti aspetti di stipendio per questo lavoro?"

"Almeno 1.500 euro", rispose Tiziana con sicurezza e senza alcuna esitazione.

Rocco la guardò e chiese ancora: "Ti interessa qualche sport?"

"Sì, mi piace molto giocare a scacchi." Rispose Tiziana.

Rocco sorrise e disse: "Il gioco degli scacchi è molto interessante. Parliamone. Quale pezzo degli scacchi ti piace di più? O quale pezzo ti impressiona di più?"

"La REGINA", rispose subito Tiziana, sorridendo.

Rocco chiese curioso: "Perché? Io invece penso che l'andatura del CAVALLO sia unica e strategica".

Tiziana rispose seriamente: "In realtà, la mossa del CAVALLO è interessante, ma la REGINA ha tutte le qualità che si trovano in altri PEZZI in forme diverse. A volte protegge il RE muovendo un passo come un PEDONE, a volte sorprende muovendosi in diagonale, e a volte protegge il RE diventando uno scudo."

Rocco fu colpito dalla sua spiegazione e chiese: "Molto interessante! Ma qual è la tua opinione sul RE?"

Tiziana rispose immediatamente: "Signore, considero il Re il più debole nel gioco degli scacchi. Può fare solo una mossa per proteggersi, mentre la REGINA può proteggerlo in ogni direzione".

Rocco fu impressionato dalla risposta di Tiziana e disse: "Fantastico! Ottima risposta. Ora dimmi quale di queste pedine ti consideri?"

Tiziana rispose senza indugio: "Il RE".

Rocco fu un po' sorpreso e disse: "Ma hai descritto il RE come debole e limitato, che aspetta sempre l'aiuto della REGINA. Allora perché ti consideri RE?"

La donna rispose con un leggero sorriso: "Sì, io sono il RE e la mia REGINA era mio marito. Mi ha sempre protetta, mi ha amata più di ogni altra cosa, mi ha sostenuta in ogni difficoltà, ma ora mi ha completamente abbandonata".

Rocco restò un po' scioccato nel sentire ciò e chiese seriamente: "Allora perché vuoi fare questo lavoro?"

La voce di Tiziana si strozzò, i suoi occhi si inumidirono. Prese un profondo respiro e disse: "Perché la mia REGINA non è più in questo mondo. Ora devo essere io stessa REGINA e assumermi la responsabilità dei miei figli e della mia vita".

Sentendo questo, ci fu un profondo silenzio nella stanza.

Rocco applaudì e disse: "Molto bene, Tiziana. Sei una donna forte."

Questa storia è un'ispirazione per tutte quelle figlie che potrebbero affrontare qualsiasi tipo di difficoltà nella vita. È molto importante dare una buona istruzione ed educazione alle figlie, in modo che se mai dovessero affrontare situazioni difficili, possano diventare uno scudo forte per sé stesse e la loro famiglia diventando una REGINA.

Uno saggio ha detto: "Una moglie eccellente è colei che è una donna ideale in presenza di suo marito e in sua assenza può sostenere il peso della famiglia come un uomo".

Questa storia ci insegna che non importa quali siano le circostanze della vita, se c'è fiducia e saggezza, qualsiasi situazione difficile può essere superata.

sabato 28 dicembre 2024

Insensibilità alla sofferenza degli altri


Immagini di sofferenza circolano ovunque: dalla guerra, ai disastri naturali, persino alle tragedie personali.

Quando vediamo un'immagine di una zona di guerra o di una città devastata da un'alluvione, cosa dovremmo provare? Dobbiamo riconoscere che queste immagini rappresentano persone reali, non solo pixel su uno schermo.

La sofferenza altrui comporta una responsabilità.

L'esposizione costante a tali immagini può portare a ciò che la psicologia moderna definisce "affaticamento da compassione" o "affaticamento da empatia", concetti che implicano la desensibilizzazione da sovraesposizione. Gli spettatori si espongono al rischio di essere emotivamente prosciugati e alla fine risultare passivi, incapaci di qualunque reazione.

L’idea che le crude immagini di sofferenza renda gli spettatori automaticamente più compassionevoli è una certezza? Gli studi mostrano risultati contrastanti. Alcuni studiosi hanno scoperto che mentre alcune persone possono sentirsi spinte ad aiutare, altre si sentono impotenti o addirittura irritate dalle ripetute immagini di dolore. La prospettiva emergente si allinea a coloro che temono che l'empatia si assottigli sotto la pressione degli "spettacoli di sofferenza".

Il potere nelle immagini è indiscutibile. La maggior parte delle foto di sofferenza non vengono scattate da chi la vive; vengono catturate da fotografi, giornalisti o curioso occasionali. Ciò crea uno squilibrio di potere. Il soggetto non ha alcun controllo su come o dove appare l'immagine e l'osservatore raramente conosce la storia completa dietro di essa. Fotografare è inquadrare. Cioè si crea un quadro attraverso cui il fotografo modella la comprensione dello spettatore.

Questo squilibrio solleva questioni etiche sulla rappresentazione. Chi può raccontare queste storie di sofferenza? E che impatto ha questo sulla dignità delle persone ritratte? L'osservatore vede solo ciò che il fotografo ha catturato, il che può plasmare l'opinione pubblica, a volte in modi che il soggetto potrebbe non apprezzare. Questa idea riecheggia nel giornalismo moderno, in cui le scelte del fotografo possono rispettare o sfruttare l'umanità del soggetto.

Le notizie non si muovevano alla velocità di un tweet. Ora, abbiamo un ciclo di notizie 24 ore su 24, 7 giorni su 7 che spinge costantemente storie di dolore e disastro. I titoli scorrono sugli schermi tutto il giorno, spesso sensazionalizzando le tragedie per tenerci incollati. Tutto ciò porta alla "saturazione delle immagini di dolore"; troppe cose da vedere può portare a un sovraccarico emotivo piuttosto che a una comprensione.

I social media intensificano questo problema. Una singola immagine o video tragico può diventare virale in tutto il mondo in pochi secondi, confondendo il confine tra la sensibilizzazione e lo sfruttamento della sofferenza

La preoccupazione che esista un sentimento di "stanchezza dell'empatia" o "stanchezza della compassione" è reale. Le persone possono perdere la capacità di preoccuparsi dopo aver visto troppa sofferenza. Comunque, la stanchezza da empatia non significa che le persone non si preoccupino; significa che sono sopraffatte spiritualmente in seguito all'esposizione ripetuta alla sofferenza e di conseguenza, può renderle insensibili, spegnendo le loro emozioni come meccanismo di difesa.

Anche la privacy è una preoccupazione. Quando i fotografi catturano la sofferenza senza consenso, può sembrare un'invasione. La loro sofferenza non è intrattenimento e gli spettatori dovrebbero ricordare che ci sono vite reali oltre l'inquadratura.

Le immagini recenti dalle zone di guerra, come quelle dalla Siria, dall'Ucraina o dal Libano, ci commuovono, ma spesso non raccontano la storia completa. Stiamo assistendo a una sofferenza reale o a una versione che si allinea con gli obiettivi del fotografo o dell'editore?

La pandemia di COVID-19 ha portato alla luce problemi simili. Immagini di pazienti sottoposti a ventilazione artificiale o di dottori sopraffatti hanno fatto il giro online, a volte invadendo la privacy delle persone ritratte. Sebbene queste immagini abbiano aumentato la consapevolezza, hanno anche suscitato preoccupazioni etiche su quanta sofferenza debba essere pubblicizzata.

Per coloro che documentano la sofferenza, è necessario gestirla con rispetto. I media che si prendono del tempo per raccontare le storie in modo ponderato dovrebbero bilanciare consapevolezza e dignità. 
 
Educare i giovani su questi problemi aiuta anche a creare una cultura che rispetta la sofferenza senza trasformarla in spettacolo.

venerdì 27 dicembre 2024

Disabituarsi alla lettura


 

Il panorama dell'istruzione superiore sta cambiando rapidamente e con esso si stanno evolvendo le competenze fondamentali che un tempo davamo per scontate. Come ex-professore, ho osservato una significativa trasformazione nel modo in cui gli studenti interagiscono con i testi scritti.

Gli studenti hanno sempre più difficoltà a comprendere testi complessi e lunghi, indipendentemente dal loro background culturale. Questa osservazione non è semplicemente aneddotica; studi recenti di varie istituzioni internazionali confermano un declino diffuso delle capacità di lettura avanzata tra gli studenti universitari.

La sfida diventa particolarmente evidente nei corsi del primo semestre universitario, dove gli studenti affrontano il loro primo incontro con testi tecnici, legali o filosofici sofisticati. Con gli esami che si avvicinano solo mesi dopo l'inizio degli studi, c'è poco tempo prezioso per sviluppare le competenze di lettura fondamentali necessarie per il successo nello studio.

L'attuale stato delle competenze di lettura nell'istruzione superiore deriva da una complessa interazione di sviluppi storici, cambiamenti tecnologici e cambiamenti culturali. Dagli anni '60, cambiamenti significativi nell'istruzione precoce hanno influenzato il modo in cui gli studenti si avvicinano alla lettura. Un ampio studio di settore del 2022, rivela che il passaggio dagli approcci basati sulla fonetica ai metodi di linguaggio completo, sebbene ben intenzionato, ha avuto conseguenze inaspettate per lo sviluppo di competenze di lettura avanzate.

Allo stesso tempo, la rivoluzione digitale ha trasformato il modo in cui interagiamo con il testo. La capacità di attenzione sostenuta media per la lettura continua è diminuita notevolmente nell'ultimo decennio. Questo cambiamento è fortemente correlato alla crescente prevalenza di smartphone e social media, che promuovono un rapido consumo di informazioni piuttosto che un profondo coinvolgimento con il testo.

Il contesto culturale aggiunge un ulteriore livello di complessità. Le società, sempre più dominate dal consumo di media digitali, mostrano una corrispondente diminuzione delle pratiche di lettura sostenuta. Molti studenti ora entrano all'università senza una vasta esperienza nell'affrontare testi lunghi e complessi, creando un divario significativo tra le loro capacità esistenti e i requisiti accademici.

Comprendere l'importanza della lettura va oltre le considerazioni pratiche. La lettura approfondita, quella richiesta per i testi accademici, attiva reti neurali associate a ragionamenti complessi, empatia e pensiero analitico. Al contrario, la lettura superficiale spesso impiegata per i contenuti digitali coinvolge principalmente aree collegate a decisioni rapide e scansione delle informazioni.

Questa distinzione ha profonde implicazioni per l'istruzione. Quando gli studenti non hanno esperienza con la lettura approfondita, non stanno solo perdendo un'abilità, stanno perdendo opportunità di sviluppare capacità cognitive cruciali che sostengono il successo accademico e professionale.

giovedì 26 dicembre 2024

Osservati o visti?


 

Un'amico mi risponde sempre allo stesso modo ogni volta che lo incontro e gli dico "È bello vederti". Sorride e risponde "È bello essere visti".

Questa risposta l'ho sempre considerata divertente, ma in realtà nasconde una verità.

A noi non piace essere osservati, siamo invece, felici di essere visti.

Essere osservati, con esame e sospetto, è ritrovarsi in un mondo completamente diverso rispetto all'essere visti con comprensione e riconoscimento. Non desideriamo solo attenzione; aneliamo a essere visti veramente per quello che siamo.

Questo desiderio di connessione si riflette magnificamente nella tribù Zulu del Sud Africa, dove il saluto più comune, Sawubona, che si traduce in "Ti vedo".

Questa usanza traduce un modo di relazionarsi molto di più autentico e trasmette un significato molto più chiaro di quanto le parole suggeriscano.

Sawubona significa: “Tutta la mia attenzione è rivolta a te. Ti vedo e mi permetto di scoprire i tuoi bisogni, di vedere le tue paure, di identificare i tuoi errori e di accettarli. Ti accetto per quello che sei e sei parte di me”.

Questo saluto è un atto disinteressato di donazione, in cui l'attenzione è interamente rivolta all'altra persona, non a se stessi. È un modo per dire: "Vedo la tua essenza, il tuo vero sé".

Eppure, il dolore di non essere visti veramente può lasciare cicatrici durature.

Hai mai avuto una relazione, personale o professionale, in cui sentivi che l'altra persona non aveva alcun interesse genuino per te? Forse voleva solo un pubblico, qualcuno che convalidasse le sue idee o accarezzasse il suo ego. Interagire con un narcisista può lasciarti vuoto, come se stessi urlando nel vuoto. Te ne vai con il sapore amaro della solitudine.

O forse durante una crisi familiare, quando avevi bisogno di comprensione e supporto, il tuo capo si preoccupava solo della tua produttività. Il tuo dolore era invisibile, liquidato come irrilevante per le esigenze del posto di lavoro.

Il danno di non essere visti spesso inizia presto. Prendi il bambino i cui genitori lo trattano come un'estensione di sé stesso, non come un individuo. Il bambino viene accettato solo finché soddisfa le aspettative, ma nel momento in cui esce dalla visione ristretta del genitore, viene accolto con critiche e rifiuto.

Per le donne, le conseguenze sono amplificate da una cultura che spesso le riduce a oggetti estetici. Questa fissazione incessante sull'immagine corporea ha alimentato un'epidemia di disturbi alimentari, disprezzo di sé e ossessione di adattarsi a uno stampo culturale impossibile. L'attrice Rita Hayworth ha catturato perfettamente questo dolore quando ha detto: "Gli uomini vanno a letto con Gilda ma si svegliano con me". Il suo vero sé è stato cancellato dalla fantasia proiettata su di lei.

In alcuni circoli evangelici, la cancellazione dell'individualità assume un'altra forma. Le donne sono spesso ridotte a ruoli (casalinga, moglie, madre) e tutto ciò che esce da questo ristretto schema è visto come deviante. Una donna che sceglie di rimanere single potrebbe ritrovarsi etichettata in modo dispregiativo come "zitella", liquidata e svalutata per aver sfidato le aspettative tradizionali.

Essere invisibili non è solo doloroso, è disumanizzante. Toglie dignità, costringendo le persone a esistere all'interno delle ristrette percezioni degli altri piuttosto che come il loro vero sé.

Quando ci vediamo veramente, diventiamo specchi che riflettono dignità, valore e possibilità. Vedere qualcuno per quello che è veramente può essere profondamente rassicurante e persino trasformativo: ricorda il valore intrinseco in modi che potrebbero essere stati dimenticati.

Questo è l'effetto a catena di Sawubona: l'atto di vedere veramente qualcuno crea una reazione a catena di affermazione, connessione e trasformazione che si estende ben oltre il momento. Un singolo atto di riconoscimento può ispirare gli altri a vedere non solo se stessi, ma anche chi li circonda sotto una nuova luce.

Immagina un mondo in cui tutti noi scegliamo di vederci in questo modo.

mercoledì 25 dicembre 2024

Parlare in una lingua straniera


 
Parlare più lingue mantiene giovane il corpo e funzionale il cervello!

Ragazzi, non è un trucco per invogliarvi a studiare la lingua inglese. Sembra, che sia quasi una necessità biologica di cui l’organismo se ne fa carico, quando il cervello si ritrova ad associare alle parole velocemente scandite, i significati e le interpretazioni.

Si può intuire come sia vero, ciò che ora sta emergendo nella ricerca scientifica, dalla semplice osservazione della vita sociale.

Rispondere a uno stimolo verbale, può risultare diversificato rispetto alla persona, all’ambiente, al contesto, al tono della voce, al significato codificato.

In ogni caso, le parti del corpo interessate alla reazione, sono costrette a un impulso neuro-vegetativo. In altre parole, sono costrette a subire il segno della vita, con modifiche chimico-fisiche interne ed esterne.

Per esempio, chiamando un vostro amico per nome, lo costringerete, tramite l’ascolto, a reagire, muovendo muscoli e attivando processi interni biochimici, che producono nuove posture e un certo livello di attenzione. Il vostro amico, al solo sentire il suo nome, crea un evento psico-motorio che inevitabilmente coinvolge il suo metabolismo.

Tutto questo, solo per averlo chiamato per nome!

Figuratevi se lo stimolo arrivasse in forme diverse e in modi stravaganti, quanta energia vitale bisognerebbe preparare. Il nostro povero cervello è colui che dovrebbe impartire gli ordini e affrettandosi pure, visto che i tempi della reazione devono essere accettabili per la normalità attitudinale della persona.

Parlare inglese, giapponese, cinese e così via, diventa una pratica per non invecchiare e ancora migliore, contro l’ebetismo e il morbo di Alzheimer.

Qualche scienziato è così oltranzista, che afferma che conoscere e parlare più lingue, è addirittura più positivo dell’aver raggiunto un titolo di studio universitario.

Questa scoperta rende, noi Italiani un po’ speciali, in quanto, per aver subito tante dominazioni straniere, siamo stati costretti, nel corso della storia, a modificare spesso il nostro modo di esprimerci. La fertilità delle menti italiane nel rinascimento dovrebbe essere una prova sufficiente!

Poveri Inglesi e Americani che parlando una lingua internazionale! Non hanno bisogno di impararne altre.

I Cinesi devono averlo capito subito, visto il loro notevole numero di dialetti che accompagnano la lingua ufficiale.

La prossima scoperta scientifica su questo tema, riguarderà i romantici e gli amici dell’anima che, già da ora, parlano la lingua più stimolante per la vita eterna, che è quella dei sentimenti.

I miglioramenti non saranno causati soltanto da intrecci duraturi dei neuroni, ma anche da quelli del cuore.

martedì 24 dicembre 2024

Appuntamento a Natale


 

Scrivere del Natale sarebbe come invitarmi a sognare ad occhi aperti e poiché per molti è una sensazione che si confonde tra la fantasia e la realtà, allora mi convinco di disquisire su un sogno.

Già da bambino, non ancora consapevole di amore, ero solito cercare posti lontani dalla furia giornaliera delle “cose” importanti e mi eclissavo in piena campagna o sotto calde coperte per viaggiare nei sogni.

Il mio Natale è l’espressione più intima del volersi bene; è l’occasione per mostrare la parte più bella di noi stessi, quella che solitamente riserviamo a chi amiamo così profondamente da ritenere stupida l’idea di nascondere qualcosa, anzi, verso queste persone sorge spontanea la voglia di raccontar tutto sinceramente; si sperimenta una liberazione, una rinascita.

Esattamente come mendicanti d’Amore, ci si rivolge al prossimo con la certezza di vedere la mano tesa. Credetemi, è dura essere sempre se stessi in questo nostro mondo!

Nel clima natalizio si diffonde una specie di armistizio sociale. Ogni tenerezza non viene soppesata completamente come una debolezza dell’essere o come una regressione infantile, ma come una corrispondenza ad una aspettativa collettiva che induce alla bontà, alla solidarietà e alla reciproca (momentanea) tolleranza.

Oserei dire che in questo periodo si attraversa una fase di drogaggio collettivo per cui l’effetto benefico che si ottiene è soltanto transitorio. Invece, il clima natalizio dovrebbe essere quello di tutti i giorni, ma a causa delle nostre debolezze, lo releghiamo solo a dicembre di ogni anno, come si fa per gli appuntamenti formali.

In aggiunta ci sono i regali. Perché? È il modo più semplice per mostrarsi buoni e generosi. Purtroppo, la maggior parte degli umani tende a mostrare la propria gratificazione con l’uso della moneta. Così, il sentimento spesso rischia di apparire di "cartone" o al massimo una ludica attività per vanitosi, allora si “pensa” al concreto, come mangiare e divertirsi spendendo soldi.

La povertà d’animo esclude alternative per cui non far regali o non mangiare il panettone, si trasformerebbe in una frustrazione sociale.



lunedì 23 dicembre 2024

Intossicati di tecnologia


 

Solo pochi decenni fa, il concetto di macchine capaci di pensare, imparare e prendere decisioni era fantascienza. L'intelligenza artificiale era un sogno lontano, come l'atterraggio di un veicolo spaziale con equipaggio su Marte. Quando, negli anni '50, l'informatico Alan Turing propose per la prima volta l'idea di macchine capaci di simulare l'intelligenza umana, le sue teorie (che culminarono in quello che divenne noto come il Test di Turing) gettarono le basi per la cognizione delle macchine e il suo potenziale innovativo. Nei decenni successivi, lo sviluppo della tecnologia intelligente si concentrò su attività di base di risoluzione dei problemi e di assunzione di decisioni. Nel 1956, dopo che il termine "intelligenza artificiale" fu coniato alla Conferenza di Dartmouth, gli scienziati avviarono la prima ondata di ricerche sull'apprendimento automatico, l'euristica e il ragionamento automatizzato. Nel 1997, quando Deep Blue di IBM sconfisse il campione mondiale di scacchi Garry Kasparov, la tecnologia dimostrò per la prima volta il suo potenziale per risolvere problemi complessi in tempo reale.

Le origini dell'innovazione umana ci presentano un fenomeno interessante (se non preoccupante): 3 milioni di anni fa, i nostri primi discendenti potevano sopravvivere nella natura selvaggia con nient'altro che le loro mani, i loro denti e l'occasionale aiuto di una roccia. Potevano digerire carne cruda e camminare a piedi nudi nella natura selvaggia per giorni e giorni. Oggi, non è più così. L'innovazione, nella sua forma più antica, era un tentativo di alleviare i fardelli della sopravvivenza. Nel corso degli anni, il processo di innovazione ha generato individui più deboli, individui che dipendono sempre di più dalla tecnologia (sia semplice che complessa) per sopravvivere. In questo modo, la rapida accelerazione dello sviluppo tecnologico pone una domanda unica sul futuro della razza umana: in un mondo che può essere navigato solo con l'assistenza di una tecnologia innovativa, gli esseri umani si stanno evolvendo o regredendo?

La nostra capacità di innovare come esseri umani è ciò che ci distingue dalle altre specie. L'innovazione è ciò che ci ha spinto fuori dalle caverne. L'innovazione migliora la nostra qualità di vita e plasma il tessuto stesso della nostra cultura. Inoltre, ogni nuova scoperta o balzo tecnologico non è un evento isolato, ma il prodotto della capacità dell'umanità di adattarsi e abbracciare l'innovazione che lo ha preceduto. Prendiamo, ad esempio, lo smartphone. Lo smartphone non potrebbe essere prodotto in serie senza la fabbrica. La fabbrica non potrebbe funzionare senza elettricità. L'elettricità non potrebbe essere formulata senza matematica e la matematica non potrebbe essere registrata senza scrittura. Ognuno di questi importanti progressi nella tecnologia ha richiesto delle innovazioni precedenti, il che significa che l'innovazione è auto-esaltante. Più innoviamo, maggiore è il nostro potenziale di innovazione.

In termini matematici, il progresso della tecnologia innovativa è una funzione di due componenti: l'innovazione stessa e l'adattabilità della razza umana. Possiamo esprimere questa relazione come segue:

Man mano che il ritmo dell'innovazione continua senza controllo, perdiamo la nostra capacità di esseri umani di adattarci al nostro ambiente e corriamo il rischio di evolverci in esseri completamente dipendenti dalla tecnologia innovativa per funzionare.

Filosoficamente parlando, la tecnologia innovativa sta cambiando drasticamente il nostro rapporto con il mondo naturale. Il filosofo Martin Heidegger ha coniato il termine "inquadramento" per descrivere il potere che la tecnologia detiene di cambiare il nostro rapporto con il mondo naturale. Per Heidegger, la spinta verso la dipendenza tecnologica provoca un pericoloso distacco dal nostro modo autentico e autonomo di essere. Invece di migliorare la nostra esistenza, suggerisce che la tecnologia, quando non controllata, diminuisce la nostra capacità di autosufficienza mentre diventiamo dipendenti dagli stessi strumenti che creiamo. Heidegger sostiene che il crescente predominio della tecnologia ci porta a vedere noi stessi e il mondo che ci circonda attraverso una lente sempre più strumentale, riducendo la nostra capacità di impegnarci in modo significativo con la vita.

Quella che un tempo era la più grande caratteristica evolutiva dell'umanità è diventata una forma di cancro sociale, che sta divorando le nostre identità di esseri autonomi e terreni. Il paradosso è chiaro: con l'accelerazione della tecnologia, l'autonomia dell'umanità come creature viventi e survivalisti si deteriora.

L'accelerazione della tecnologia, un tempo uno strumento per aiutarci a sopravvivere, è ora una forza che mina la nostra autonomia e autosufficienza. Stiamo vivendo in una fase critica nella storia dell'umanità, in cui dobbiamo chiederci: in che modo le nostre vite personali sono diventate dipendenti dall'innovazione? Stiamo continuando a evolverci insieme alle nostre creazioni o la nostra dipendenza da esse ci ha resi incapaci di sopravvivere senza il loro aiuto? In questa domanda risiede la nostra capacità di bilanciare il progresso con la cautela, di innovare salvaguardando l'essenza stessa di ciò che significa essere umani.

venerdì 20 dicembre 2024

Principi di vita

Amada Rosa Pérez

 

Amada Rosa Pérez è stata una delle supermodelle più famose della Colombia. Ha lavorato a servizi fotografici in alcuni dei luoghi più belli del mondo ed era abituata a essere ricoperta di attenzioni, fama e denaro. La sua carriera sembrava seguire una traiettoria che il 99,9% delle aspiranti modelle vorrebbe solo raggiungere.

Poi, nel 2005, all'apice della sua carriera, Pérez è inspiegabilmente scomparsa dagli occhi del pubblico. La gente sospettava il peggio: rapimenti, riscatti, omicidi, ecc. Ma la verità, come al solito, era molto più strana della finzione. Perez è ricomparsa cinque anni dopo e ha annunciato di essere rinata. E si stava ritirando dalla carriera di modella per lavorare con le comunità povere della Colombia.

Ha osservato come la sua definizione di modello di successo fosse cambiata, drasticamente: "Essere un modello significa essere un punto di riferimento, qualcuno le cui convinzioni sono degne di essere imitate, e mi sono stancata di essere un modello di superficialità. Mi sono stancata di un mondo di bugie, apparenze, falsità, ipocrisia e inganno, una società piena di anti-valori che esalta la violenza, l'adulterio, la droga, l'alcol, i litigi e un mondo che esalta la ricchezza, il piacere, l'immoralità sessuale e la frode. Voglio essere un modello che promuove la vera dignità delle donne invece di essere usata per scopi commerciali".

Prima della sua conversione religiosa, ha detto di essere sempre stressata, sempre di fretta, sempre così facilmente turbata per le più piccole cose. "Ora vivo in pace", ha detto. "Il mondo non mi attrae. Mi godo ogni momento che Dio mi dà".

Mi sono scagliato contro le idee tossiche e fin troppo comuni nella cultura moderna secondo cui di più è meglio e che possiamo "avere tutto". Perché non penso che la felicità sia qualcosa che dovresti perseguire per il gusto di farlo. In effetti, la felicità non è davvero il punto da cui iniziare, e cercare di "sentirsi bene" tutto il tempo ti renderà solo un miserabile essere umano.

Persino Ray Dalio, un multi-miliardario, ha fatto dello scopo della sua vita quello di educare il mondo, gratuitamente, su quelli che lui chiama i suoi "principi" di vita.

In quasi ogni aspetto materiale, il mondo è un posto migliore di quanto non sia mai stato. Ma invece di gioire di questo fatto, stiamo vivendo una crisi di speranza e significato che minaccia di invertire molti dei progressi che abbiamo fatto negli ultimi due secoli circa.

Ma Amada Rosa Pérez ci ha mostrato che possiamo definire il successo in un modo che solleva gli altri, ci dà un po' di pace e forse lascia il mondo un po' meno brutto di quando ci siamo presentati.

giovedì 19 dicembre 2024

Una donna capace di guidare il proprio destino

 

Ursula Burns è stata cresciuta dalla madre single nei quartieri popolari di New York negli anni '60 e '70. A quei tempi, era nata con tre sfavorevoli: era nera, povera e donna. La vita sarebbe stata dura.

Sua madre risparmiava e lavorava extra solo per provvedere a Ursula e ai suoi fratelli, ma cosa più importante, ricordava loro costantemente che la loro situazione attuale non doveva definirli per il resto della loro vita. Avevano sempre una scelta. Potevano fare del loro meglio con quello che avevano.

Ursula ha lavorato molto, ha continuato a studiare e si è iscritta alla scuola di ingegneria alla Brooklyn Polytechnic School, che, non sorprende, era composta quasi interamente da uomini bianchi benestanti. Si è presto resa conto di avere molto da recuperare, sia a livello accademico che sociale. Era un'estranea in ogni senso della parola.

Ma in qualche modo, si è laureata in ingegneria e si è fatta strada fino a diventare CEO di Xerox, riuscendo a riportare l'azienda, un tempo in difficoltà, alla redditività. Ha anche ricoperto il ruolo di capo della STEM Education Coalition sotto il presidente Obama ed è stata nei consigli di amministrazione di alcune delle più grandi aziende del mondo, tra cui Exxon Mobil, Uber e VEON, la decima più grande compagnia di telecomunicazioni al mondo.

Ispirata dall'incoraggiamento di sua madre, Burns ha sviluppato presto nella sua vita quella che gli psicologi chiamano una "mentalità di crescita", che è essenzialmente solo la convinzione di avere un certo grado di influenza personale sulla propria vita.

Contrasta questo con una "mentalità fissa", che è la convinzione di avere poco o nessun controllo sulla propria vita.

La verità è che ci sono cose nella vita che puoi controllare e cose che non puoi.

Non hai assolutamente alcun controllo su dove sei nato, sul tuo sesso biologico, su quanto è ricca o povera la tua famiglia, di che colore è la tua pelle, quanto sei alto, ecc. Queste cose contano e ovviamente avranno un impatto importante sulla tua vita. Ma anche se potresti non essere da biasimare per la tua situazione, sei sempre responsabile della tua situazione.

Non è stata colpa di Ursula se è nata in una famiglia povera. Ma invece di definirsi povera ed essere vittima delle sue circostanze, ha capovolto tutto e ha lasciato che la sua storia ispirasse la sua vita. Ha riconosciuto le sue cicatrici e le ha indossate apertamente invece di usarle come scusa per non provarci nemmeno.

Allo stesso modo, non è colpa tua se sei nato povero o grasso o incline alle malattie mentali. Ma è tua responsabilità capire come gestire la tua situazione.

Nessun altro può curare le tue ferite emotive se non tu. Nessun altro può sistemare la tua relazione tossica con i soldi se non tu. Nessun altro può perdere quel peso per te. Nessun altro può far innamorare quella persona di te.

Ciò non significa che devi fare tutto da solo. Dovresti cercare aiuto se ne hai bisogno, assumere un trainer se te lo puoi permettere e ottenere un aiuto finanziario quando la fortuna ti abbandona. Ma nel bene e nel male, alla fine della giornata, dipende tutto da te.

mercoledì 18 dicembre 2024

Sognando ad occhi aperti


 

Era di nuovo una di quelle notti infinite. La luna piena era troppo luminosa per essere ignorata, così ho trascorso tanto tempo alla finestra... pensando... sognando...

Non potevo fare a meno di immaginarmi le persone che conoscevo.

La luna era proprio alta nel cielo...

Giovanni e Anna, una bellissima giovane coppia. Appena sposati. Sempre felici di festeggiare ogni giorno... Sorrido...

Tomaso, scapolo, lavora come responsabile marketing, ma quando torna a casa è troppo solo. Non parla mai al telefono. Solo, ascolta musica, fissa il soffitto. Chissà cosa gli passa per la testa e nel cuore... Mi sento così triste...

Michele e Caterina, un'altra coppia, non più così felice. Litigano sempre tra loro. Immagino che abbiano esaurito le ragioni e ne inventino di nuove. Mi chiedo perché non divorzino. Quella non è una vita, è un inferno vivente. Soprattutto per la piccola Sara. La vedo alla finestra della sua camera da letto, mentre preme le sue piccole mani il più forte possibile sulle orecchie per non sentire le voci. Poi si siede vicino alla finestra, asciugandosi le lacrime con le maniche del pigiama. Si siede, a gambe incrociate, e guarda la luna piena. Sorrido, piangendo...

Pietro... sua moglie è morta qualche anno fa. Da allora, non è mai uscito di casa. Si siede su una grande poltrona, guarda fuori dalla finestra, aspettando la sua fine. Suo figlio gli porta del cibo ma lui lo tocca a malapena. Ha rinunciato... Piango...

La signora Bella. Ha più di cinquant'anni ma è truccata benissimo e ha vestiti molto eleganti. È sempre molto attiva. Non si è mai sposata, ma aiuta un sacco di persone a fare la spesa, si prende cura di loro quando sono malati e va persino in una casa di riposo dove resta per ore ad abbracciare i bambini... non ha mai avuto... Amo quella donna... Sorrido... emotivamente...

La luna sta attraversando le nuvole e oscura la scena ...

Carla, una bellissima ragazza, non più di 15 anni. È alla finestra... di nuovo... ogni notte, fino al mattino. Da quando sua madre è morta di cancro. Le aveva detto che si sarebbe sempre presa cura di lei dalla sua stella... ma anche se passa le notti a guardare questa stella, il viso di sua madre non c'è da nessuna parte. Riesco a vedere i suoi occhi gonfi... Deve aver pianto di nuovo per così tanto tempo. Tocca il vetro della finestra, chiude gli occhi e li riapre, ma... niente... Preme la fronte sulla finestra e rimane così per alcuni minuti. Vorrei tanto abbracciarla. Vorrei dirle che a sua madre non piacerebbe vederla così infelice, ma non ci riesco. Faccio segni dalla mia finestra, ma niente, accendo una torcia e gioco con la luce. Se ne accorge... Mi guarda e finge di sorridere. Rido anch'io, ma con il cuore spezzato...

Enrico, un tipo molto divertente. Mi piace il suo carattere... Forse anche lui sta facendo i miei stessi pensieri? Ho riso, felice.

La luna è di nuovo splendida...

martedì 17 dicembre 2024

Nuovi stili di arte?

Opera di Silvia Senna

L’arte, davvero, è una delle poche cose che restano agli esseri umani. Abbiamo bisogno che l'arte ci racconti storie, che ci salvi dal nostro destino condiviso, dalla nostra paura della morte e dalla paura gli uni degli altri. Abbiamo bisogno che gli artisti ci mostrino che non siamo sempre soli. 

Non si può piangere sulle spalle di un robot, ma ci si può alzare dal letto, finalmente, grazie a una canzone, una poesia, una scultura, un quadro. Ciò l'arte porta dal regno dello spirito a quello dei corpi nella scia delle emozioni è semplicemente l'impossibile per un robot. Abbiamo bisogno che i nostri film, i nostri dipinti, le nostre poesie e la nostra musica siano realizzati dall’uomo, perché siamo umani. Ma come in ogni conversazione che coinvolga arte o tecnologia, spesso possiamo perderci nella verbosità.

Nel 21° secolo stiamo certamente vedendo le conseguenze delle connessioni interrotte. I social media, una forma un tempo innocente di condividere momenti con gli amici, hanno quasi distrutto una generazione attraverso il narcisismo dei “Mi piace”, lo scrolling infinito, il conteggio dei follower e standard corporei impossibili.

Si pensava che tutti questi meccanismi fornissero una connessione attraverso la tecnologia. Avrebbero dovuto riunire le persone per condividere idee. Non sapevamo che avrebbe portato a fenomeni come il ghosting dilagante, o la visione fin troppo comune di una famiglia che esce di casa, ognuno di loro con la testa nel telefono.

È in corso un dibattito sull'uso dell'A.I. come forma di fare arte. Alcuni hanno detto che A.I. crea arte migliore, arte più veloce e si propone come uno strumento semplice per creare immagini, testo e musica, senza il fastidio di imparare un mestiere, acquistare materiali, affinare un talento, ecc.

Stiamo perdendo i lumi della ragione?

Sarò sincero. Non mi piace pensare all’arte come sintesi di una ricerca interconnessa nello scibile umano. Forse sono troppo vecchio per aggiornarmi (e ne sono felice).

Credo che Il prodotto di una intelligenza artificiale sia, in generale, di cattivo gusto, astuto, privo di sentimento, privo di qualsiasi che cosa assomigli all’umanità; nessuna sorpresa, davvero, considerando che lo strumento stesso è una macchina. Ma questa è una preoccupazione di natura estetica che potrebbe non avere un gran peso se pensiamo alle brutte opera create da falsi artisti. I miei timori riguardano A.I. come accettazione concettuale che possa determinare stile artistico.

Nel 20° secolo sono stati compiuti molti progressi nei settori della tecnologia, della produzione, dell’efficienza, ecc. È ben compresa la capacità del lavoro meccanico di alleggerire il peso del lavoro umano. È ben compresa, inoltre, la capacità della tecnologia di aiutare gli esseri umani praticamente in ogni ambito della nostra vita. Dalle calcolatrici che confermano i calcoli aritmetici del cellulare, ai frigoriferi che ci inviano messaggi quando il latte sta per finire, è assolutamente chiaro che gli esseri umani non andranno avanti senza l’aiuto dei progressi tecnologici. Del resto, credo che A.I. è qui per restare. Come Internet e i social media, non è possibile rimettere il gatto nella borsa.

La inquietudine per me, e credo anche per molti, non è che l'A.I. sostituirà seriamente gli artisti. Non conosco un solo artista che creda che A.I. è in grado di produrre sceneggiature, poesie, arte o musica che rivaleggiano con quelle della creazione umana. Direi che quello che A.I. produce non è affatto arte. La vera preoccupazione, tuttavia, è come una nuova generazione di esseri umani inizierà a percepire la bellezza, l’impossibile, lo spirito che è la creazione umana. Mentre l'A.I. non può produrre grandi cose, può produrre cose rapidamente, il che gli conferisce un’attrazione che il duro lavoro e l’artigianato vecchio stile non possono eguagliare. Vale a dire, gli esseri umani, ancora una volta, sceglieranno il veloce, l’opportuno, il facile, il nuovo e brillante? E se sì, cosa avremo perso in questo processo? Cosa ne faremmo di un mondo futuro in cui ci fosse ancora meno apprezzamento per l’arte umana?

Non voglio immaginare un mondo futuro in cui la televisione e i film sono scritti dai computer, i testi sono vocalizzati da robot senza testa e le poesie e i dipinti sono composti da un menu a discesa dei padroni delle grandi aziende. Non ne vedo il valore. Non ne vedo la bellezza. Il processo è troppo importante. A.I. può solo fornire output.

Se un pasto fatto in casa è arte, allora A.I. è una cena TV congelata e scaldata al microonde.

Coloro che propongono l'A.I. come forma d'arte, culturalmente sono feticisti della tecnologia con al suo interno una sorta di desiderio di morte, la volontà, il bisogno, di vivere nella matrice della macchina. E con l'adozione di questa estetica si arriva al progresso tecnologico fine a sé stesso.

Nel caso dell’arte, A.I. né può né dovrebbe invadere questo campo. Ma ciò non impedirà a un’ampia fascia di umanità di giocare con il loro nuovo giocattolo, in sostituzione di quello reale. In questo modo, non è l’arte quella che rimpiangeremo, ma l’umanità e il processo di autoriflessione, introspezione ed espressione che nasce dal processo creativo.

 

P.S. Dopo di ciò, vi invito a fissare l'opera persente all'inizio del post e se non sentite nessuna vibrazione, il virus del tecnicismo ha già messo piede.

 

lunedì 16 dicembre 2024

Quel freddo fascino di luce blu


 

Alessandro Manzoni scrisse la sua magica opera dei Promessi Sposi, iniziando così:

“Quel ramo de lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda ricomincia, per ripigliar poi il nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni.”

Cercando di parafrasare (indegnamente) l'apertura del suo capolavoro, mi vesto di lui e provo a guardare "La Promessa Società” del futuro.

Quel freddo fascino della luce blu che mette in sonno la corteccia prefrontale offrendo una sorta di piacevole attrazione, tra catene di ignari esseri non più pensanti, a seconda dello sporgere e rientrare dei click, vien quasi da disperar e prender antica figura selvaggia, nell’ampia costa dell’umana storia; e il cambiamento, che ivi congiunge epoche, per dar senso di marciume ad occhio antico. Dicasi di era moderna, di artificial intellegentia … lasciano l’umana specie a deriva, distendendo e rallentando ardui pensieri nei  nuovi golfi del piacer e nuovi seni della ragione.” 

domenica 15 dicembre 2024

L'illegalità come realtà possibile


Comportarsi male nelle relazioni e in generale nella società, determina un doppio danno: rende infelice l’altra parte e crea l’abitudine al non-rispetto e all’illegalità

Ecco un bel esempio di modi di essere che ci sorprende … a causa della cattiva abitudine diventata realtà possibile.

Un turista italiano entrò in una stazione della metro a Stoccolma, capitale della Svezia. Lì, notò che, tra i tornelli di accesso normali e comuni, ce n’era uno che dava il libero passaggio. Chiese allora alla venditrice di biglietti perché in quel tornello si consentisse di passare liberamente senza guardia giurata nelle vicinanze.

La signora gli spiegò che era destinato a persone che, per qualche motivo, non avevano soldi per pagare il biglietto. Lui rimase incredulo, e non poté non farle la domanda che, per lui, era ovvia:

"E se la persona avesse i soldi ma semplicemente non volesse pagare?"

La bigliettaia con un sorriso di sorprendente purezza gli rispose:

"Ma perché dovrebbe farlo?"

Incapace di rispondere, il turista pagò il biglietto ed è andò al tornello, seguito da una folla che aveva regolarmente pagato il biglietto.

Il tornello libero fu lasciato vuoto.

L’onestà è uno dei valori più liberatori che un popolo possa avere. Un’azienda che riesce a trasformare questo valore in qualcosa di naturale si trova senza dubbio in uno stato di maggiore sviluppo. Questa è educazione… Coltivate questo valore e trasmettetelo ai vostri figli, nipoti, studenti, società.

Il tuo mondo cambia quando cambi tu. Non usiamo pratiche fraudolente, misfatti, corruzione.

Non facciamo ad altri ciò che non vorremmo altri facessero a noi.

Facciamo dell’onestà e della buona fede un’abitudine... un modo di essere.

 

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